robi

bio

Roberto Silva nasce il 5 febbraio 1966 a Milano in una grande e unitissima famiglia lombarda. Ha tre sorelle molto amate e una manciata di cugini con cui trascorre un’infanzia allegra e movimentata all’insegna di sciate spericolate, gare di tuffi, sci d’acqua sul lago e immersioni in mari lontani. Il collante tra loro non è solo la condivisione di interessi e sport ma una comunione di valori che instillano in Robi quel senso fortissimo della famiglia che costituirà la cifra di tutta la sua esistenza.

Roberto viaggia e pratica sport appena possibile durante tutta la sua giovinezza: gli piace sfidare i propri limiti ed è uno sportivo dotato.  Ha un carattere solare, è altruista e generoso; il suo sorriso accattivante e gli occhi gentili sono privi di quella supponenza che hanno talvolta i ragazzi della “Milano bene”. In casa si respira un’etica del lavoro autentica, il messaggio che Robi percepisce fin da piccolo è che bisogna darsi da fare. Quando diventa evidente che la scuola (prima il Collegio San Carlo a Milano e poi un collegio in Svizzera) non rappresenta per lui alcuno stimolo, papà Renato lo spedisce a lavorare in stabilimento, forse pensando di riuscire a convincerlo a dedicarsi agli studi.

Con umiltà, entusiasmo, e quella caparbietà di chi sente di aver imboccato la strada giusta, Robi trascorre ogni giorno in linea a pesare flaconi, scoprendo la sua vocazione imprenditoriale e tracciando un cammino che lo porterà ai vertici dell’azienda. Per i successivi trent’anni l’Italsilva sarà la sua missione, l’impegno e la sua dedizione rivolti soprattutto alla divisione commerciale, scelta più congeniale al suo carattere e alle sue aspirazioni professionali. 

Nel 1994 conosce una toscana, produttrice di vini: Silvia, occhi di velluto ceruleo e tempra di acciaio. I due si innamorano e si sposano nel 1996.  Nel 2002 nasce Lavinia che cresce tra Milano, la Toscana e quel mare che la coppia vive declinato in tanti modi diversi e che sarà sempre una costante nella vita di Roberto. Lavinia impara a pescare e ad amare le lunghe giornate passate in rada in barca col papà, e ormai adolescente coinvolge le sue amiche in crociere con un padre sì autorevole e a tratti severo, ma paziente e soprattutto tremendamente cool. 

Con la “sua ragazzina”, come ama definirla, Robi nutre un tifo sfegatato per il Milan e trascorre molte serate sugli spalti dello stadio a intonare i canti rossoneri. C’è Lavinia accanto a lui anche in due dei viaggi che nel corso degli anni compie in Burkina Faso, con l’obiettivo di seguire di persona il progetto di una Casa Famiglia per ragazzi di strada sostenuto dall’azienda e dalla famiglia. Socio del Movimento Shalom (ideatore del progetto), Robi ha particolarmente a cuore il futuro dei piccoli ospiti della struttura, il cui sviluppo seguirà con generosità e partecipazione.

Grazie a Silvia, Robi si avvicina al mondo del vino

insieme acquistano nel 2007 una piccola vigna arroccata sulle pendici dell’Etna in Sicilia, trasformandola nella Tenuta di Fessina i cui vini ottengono in poco tempo importanti riconoscimenti. L’azienda agricola diventa nel tempo un luogo del cuore per la famiglia, uno spazio per rigenerarsi magari al termine di una lunga pedalata. 

Sono gli anni infatti in cui l’amore per la bicicletta è preponderante in Roberto e, con l’eccezione di qualche sciata in Alaska, pedalare prende il sopravvento su altri interessi. È il tempo delle sveglie a ore antelucane per gli allenamenti, della conoscenza enciclopedica di telai e cambi, dei rulli quando piove. 

Gli anni passano e Robi inanella gara dopo gara, appassionandosi alle Gran Fondo (la prima nel 2010) e correndo con gli amici del Team Maggi. Catalizza affetto e simpatia intorno a sé anche nel ciclismo, perché Roberto è dotato di una sensibilità che lo rende un amico attento e affidabile e di un sorriso che è pronto ad aprirsi in risata anche quando una settimana di allenamento alle Canarie non va come dovrebbe e lui torna a casa con un metaforico “tapiro” come premio.

Lo chiamavano il "Mago"

Del resto il “Mago”, come lo chiamano gli amici ciclisti, non si scoraggia mai: quando la vita, come spesso avviene per ragioni imperscrutabili, spinge lui e Silvia su strade divergenti, Robi reagisce e non cessa mai di essere il lavoratore infaticabile, l’amico sincero e il padre attento. Nel 2018, a pochi mesi dalla fatidica Gran Fondo della Versilia, Silvia si ammala e Robi torna a casa dalle sue due ragazze per prendersene cura, infondere coraggio nella piccola grande Lavinia e provare a strappare sua moglie alla malattia. Ci riuscirà, perché Robi c’è, come ama scrivere sui social al termine di una gara impegnativa.

Robi c’è.

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